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28 novembre 2009

Siamo pieni zeppi di mafiosi

Attualmente in Parlamento e nel Governo Berlusconi IV, in carica dal maggio 2008, ci sono molti politici sospettati di aver o aver avuto legami con mafiosi: Berlusconi, Schifani, Cosentino, Dell'Utri, Landolfi e D'Alì.

Berlusconi e Dell'Utri
(quest'ultimo condannato nel 2004 dal Tribunale di Palermo a 9 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ma nonostante ciò è attualmente un senatore), fondatori di Forza Italia (ora PDL, ovvero FI+AN), in quanto ospitarono a casa del primo il mafioso Mangano; in quanto si sa poco sulla prima ricchezza dell'attuale premier proveniente da conti sospetti della Banca Rasini; in quanto le stragi mafiose del 1992 e 1993 terminarono con la sua decisione di "scendere in campo" con i mafiosi intenti a votare e far votare in massa Forza
Italia in Sicilia.
Undici anni fa, le posizioni dei due compagni d'affari e politica, come mandanti delle stragi mafiose, vennero congelate, poichè si riscontravano contratti fra i creatori di Forza Italia e i mafiosi solo per sollecitazioni in occasione delle elezioni del 1994. Gli stessi sostituti procuratori che archiviarono il caso, sono gli stessi che a settembre lo hanno riaperto a seguito delle rivelazioni di Gaspare Spatuzza, attuale collaboratore di Giustizia, che ha parlato dei rapporti e degli accordi fra il boss Graviano e Berlusconi/Dell'Utri. Felice Graviano, però, smentisce tutto. Secondo lui, solo Riina e Messina Denaro (amico di D'Alì, PDL), possono conoscere i mandanti politici.
Link:
La Procura di Firenze e il pentito Spatuzza. Inchiesta riaperta sui mandanti politici (Corriere della Sera)

I Graviano sbugiardano il killer che accusa il Cav (Il Giornale)

Schifani, attuale Presidente del Senato, in quanto membro della Sicula Brokers, società che vide alcuni soci condannati per associazione mafiosa e concorso esterno in associazione mafiosa; in quanto fondatore della GSM, società di recupero crediti, con Antonio Garofalo, rinviato a giudizio nel 1997 per usura ed estorsione; in quanto fu avvocato urbanista per il comune (sciolto per Mafia nel 1999) di Villabate che, guarda caso, come sindaco aveva Giuseppe Navetta (nipote del mafioso Nino Mandalà, ex socio di Schifani nella Sicula Brokers).

Cosentino, personaggio principale di questo momento e attuale sottosegretario all'Economia e alle Finanze, è accusato dal gip di Napoli di concorso esterno in associazione mafiosa, per le accuse rivoltegli, dal 1996 ai giorni nostri, da almeno 6 pentiti della Camorra, la quale lo avrebbe sempre sostenuto nelle varie elezioni
, intessendo con lui rapporti d'affari come nel caso della ECO4 (smaltimento rifiuti), azienda con cui investire soldi sporchi e nella quale assumere personale, anche inutilizzato, solo per ottenere in cambio voti sicuri.
Link:
"Sviluppi recenti" (Wikipedia)
"Sostegno elettorale dei Casalesi" (Ansa)
"Il pentito e i nomi dei politici" (Corriere della Sera)
"L'ordinanza del gip" (Corriere della Sera)

Secondo il pentito Gaetano Vassallo, già accusatore di Cosentino, anche Mario Landolfi, attuale deputato del centro-destra, era coinvolto negli affari della ECO4. Nel 2007 è stato inoltre accusato dall'imprenditore e pentito di Camorra Michele Orsi, ucciso nel 2008, di assunzioni truccate, oltrechè di certificazioni antimafia date con disinvoltura.
Link:
"Critiche e aspetti controversi" (Wikipedia)
Il padrone di Mondragone (L'Espresso)

D'Alì, senatore, è stato recentemente accusato dalla ex moglie, tramite il quotidiano Il Fatto, di aver intessuto rapporti d'amicizia coi mafiosi Matteo Messina Denaro e Franco Virga. Oltre a lui, anche il senatore del PDL, Domenico Contestabile, era amico di Virga.
Link:
La politica nella terra di Cosa Nostra. Parla la ex moglie di Antonio D'Alì (Il Fatto Quotidiano)

Con che coraggio questo questo Governo affermare di voler combattare la Mafia?

Intanto si parla con orrore della legge che consentirebbe la vendita, tramite messa all'asta, dei beni confiscati ai mafiosi, nel caso lo Stato non trovi entro 90 giorni associazioni pronti a sfruttarli a fini sociali.
Nel 1996 ci fu una prima legge a riguardo che poneva e pone, come imprescinbile strumento per azzoppare la Mafia, il sequestro e riutilizzo dei suoi beni (soldi, ville, auto, ecc.). Chi la ideò, ovvero Pio La Torre, venne ammazzato. Cambiarla in modo alquanto sospetto, è una mancanza totale di rispetto verso un servitore dello Stato.
Se davvero avverà ciò (la legge è nella Finanziaria), sarà un bel regalo ai criminali, così come lo è lo Scudo fiscale.
Link:
No alla vendita dei beni confiscati (Il Fatto Quotidiano)
Raccolta firme contro la vendita dei beni confiscati (Libera)

Mentre noi liberi cittadini aspettiamo di sentire ogni giorno dai TG pubblici e nazionali servizi su queste condanne, sospetti e rivelazioni bollenti affinchè tutti sappiano, veniamo invece spronati dal premier Berlusconi nel temere la Magistratura pronta a scatenare una guerra civile e nell'odiare, oltre che i magistrati che indagano sui suoi affari e i giudici che condannano i suoi amici/colleghi, anche gli scrittori e sceneggiatori di libri e film sulla Mafia.

Guerra civile intesa come lotta fra parti dello Stato. Un'affermazione comunque molto forte. Probabilmente Berlusconi, non sentendo più l'appoggio della maggior parte degli italiani tramite i suoi sondaggi, ha voluto attirare maggiormente l'attenzione su di sè, nella sua solita veste di vittima, con questa frase ad effetto, pronta a sostituire quelle che, studiate anch'esse a tavolino, ci propina mezzo tv e quotidiani, dal 1994 ad oggi.
Riguardo a chi scrive e racconta di Mafia, l'accusa è assurda: primo perchè sia la Mondadori sia la RTI o Mediaset che sia, propone libri e film su ciò; secondo perchè i professionisti si specializzano: così come c'è chi parla sol di associazioni criminali come Mafia e Camorra, c'è chi parla solo di cibo o sport.

Link:
"Berlusconi all'assalto dei PM: Vogliono la guerra civile" (L'Unità)

"Strozzerei autori La Piovra" (Blitz Quotidiano)
Michele Placido risponde a Berlusconi (Corriere della Sera)
Per Berlusconi 18 salvacondotti in 15 anni (La Repubblica)

E, nonostante siano i politici del PDL ad ottenere voti in vaste zone del Sud Italia grazie ad accordi con criminali, ci si ricorda sempre di Prodi, in quanto grande imbroglione per la sua vittoria alle politiche del 2006 per una manciata di voti.
Link:
"Brogli a non finire" (La Repubblica)

27 novembre 2009

Obrobriose news

Per Berlusconi i giudici creano un clima da guerra civile.
Continuano le balle che, inventate di sana pianta e costruite a tavolino, vengono date in pasto agli italiani dal 1994 ad oggi per sovvertire la Giustizia.

Intanto, i mafiosi pentiti parlano di protezione a Milano e di promesse non mantenute...
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/resa-conti/resa-conti.html
Ma la notizia del giorno per il TG1 è la frase di Berlusconi da vero golpista!

Negati dalla Camera gli arresti a Cosentino, richiesti dal GIP di Napoli.
Alla faccia dell'immunità parlamentare cancellata nel 1993...

RU486: il Parlamento, nella illegittima veste di giudice e, reputandosi anche un manipolo di scienziati, a differenza di ciò che avviene nel resto del mondo sviluppato, nega la commercializzazione di questa pillola.
Da politici legati al Vaticano o semplicemente sudditi, non ci si poteva aspettare altro. Le donne devono subire le decisioni di uomini imbecilli e tirannici che vivono solo per poterci comandare dalla culla alla tomba.

26 novembre 2009

Spot Il Fatto Quotidiano

Il recente spot de Il Fatto Quotidiano (il cui direttore è Antonio Padellaro, ex Unità, e il cui azionario più famoso, oltrechè giornalista, è Marco Travaglio, ex Unità, Repubblica, Giornale) ha suscitato alcune critiche da parte dei suoi fedeli lettori.
Infatti, come per la grafica del giornale dal sapore un pò retrò, il filmato non attira l'attenzione, perchè troppo serioso, e non stimola un grande interesse anche in persone non così superficiali da badare alla mera grafica che, purtroppo, in questi ultimi anni va molto in voga (in ogni ambito).

Descrizione:
A destra vi sono immagini varie del quotidiano cartaceo e dei giornalisti in gruppo; a sinistra invece, davanti ad uno sfondo rosso, il mezzo busto di alcuni giornalisti (tra cui Travaglio e Telese) che spiegano i motivi per i quali loro lavorano lì. In alto, il banner del logo che scorre veloce da sinistra a destra, con leggera distorsione del rettangolo nel quale è impresso.

Analisi:
la parte destra, riguardante il giornale in generale, è inutile. L'attenzione infatti si concentra su quella a sinistra, ovvero quella in cui son le persone a parlare. Il loro tono di voce, però, è piatto. D'altronde sono giornalisti, non presentatori o attori (anche se Travaglio e Telese son soliti presenziare in alcuni programmi televisivi). Lo sfondo rosso è inguardabile ed essendo il colore principe di un giornale sicuramente antiberlusconiano, può far pensare male molti "moderati". E', come si suol dire, un pugno in un occhio. Il banner che scorre in alto è fastidioso sia perchè scorre, sia perchè rosso. Si nota più il colore che il nome del quotidiano e relativo disegno (che rappresenta uno "strillone")

Per non essere sempre critici, opto nell'elencare alcune idee:

a differenza di ciò che è stato scritto da alcuni, ovvero l'idea di intervistare (in modo fittizio ovviamente) un signore qualunque intento nell'acquistarne una copia per poi elencarne i pregi ("è un giornale di qualità, bla bla bla"), propenderei nel concentrarsi sul nome, quindi sui fatti.
Quindi, anzichè far scorrere il logo, farei scorrere una serie di titoli importanti delle prime pagine.

Non chiederei ai giornalisti i loro pareri sul quotidiano, ma cercherei un modo per capire la loro visione della vita e della professione. Mi fa piacere sapere che il quotidiano sia libero, indipendente e democratico, ma questo spetta a me, futuro lettore, stabilirlo, anche perchè sono molti i quotidiani che si vantano di queste qualità generali.

Il Fatto Quotidiano, come ogni altro giornale, propone articoli di svariate tematiche. Penso quindi sia necessario abbinare un colore ad ogni settore.
Politica - nero o marrone, economia - giallo (oppure verde, siccome si menzionano spesso i famosi "verdoni"), ambiente - verde (oppure giallo, giusto per andare oltre l'ovvietà), sport - blu, spettacolo - rosso, ecc. Ovviamente questi colori sarebbero i futuri sfondi, davanti ai quali il giornalista più rappresentativo di quella tematica parlerebbe.

Altre idee sono le benvenute.

Invece, come critica al quotidiano in sè, ritengo che, a parte qualche vignetta e trafiletto su certi programmi trasmessi in tv, sia troppo cupo. Berlusconi ha mille difetti (morali e giudiziari), ma sa come avere tanto pubblico dalla sua parte, ovvero con l'allegria, o presunta tale. Se la maggior parte degli italiani, dopo aver visto un programma Mediaset rimane abbastanza allegra e speranzosa di vincere qualche bel bigliettone, dopo aver letto Il Fatto rimane rattristata e forse senza speranza per un futuro migliore.
Scusate il paragone, so che avrei dovuto farlo ad esempio con Il Giornale, ma non ho mai osato aprirlo!

La merda dalla bocca

...è quella che esce spesso dalla bocca del ministro (sic!) Ignazio La Russa (MSI, AN, PDL).

Ministro scelto da Berlusconi, non dagli italiani.
Purtroppo è così in questa democrazia: si vota un partito, molte volte è il partito che sceglie il capo (nel caso del PDL invece è il capo che crea il partito che vive solo grazie a lui e di lui) e con enorme fiducia (o ignoranza e menefreghismo?) gli elettori aspettano che il capo/partito scelga i ministri che saranno a lui fedeli e forse non tanto verso gli elettori (figuriamoci verso la totalità dei cittadini; questa sarebbe utopia)
, ma questo è solamente un dubbio personale.

Pur preferendo a volte parlare della società in termini generali, ora mi addentro nella evacuazione del giorno (ringrazio L'89 per l'articolo e la segnalazione) perchè i comportamenti dei rappresentanti delle Istituzioni devono essere pubblici, siccome condizionano quelli dei giovani e degli adulti con il loro esempio: il ministro dal volto e dall'animo buono, due giorni fa ha pensato bene di rispondere piccatamente ad un ragazzo, il quale gli aveva solamente detto che sperava che la partita dell'Inter sarebbe andata male (cosa poi realmente successa!), così come male va il suo (di La Russa) governo.
Quali son dunque state le sue parole di risposta, tutte all'insegna dello sport e del fairplay, che campeggiano nei cuori di ogni tifoso che si rispetti (o in quello di un religioso che si rivolge al fedele di un'altra religione)?

Sussurrandogli nell'orecchio, carezzandogli i capelli profumati, gli ha augurato che gli venisse un cancro.
"Spero che le venga un cancro!"
La notizia è di un lettore de La Repubblica, quindi v'è la possibilità del lancio di una falsa accusa, soprattutto per la mancanza di documentazione. Attendo news!

Per fortuna il fine umorista siculo-arcoriano non ha menzionato il sito di questo futuro cancro (anche se immagino il luogo tetro e buio che probabilmente campeggia spesso nella sua bocca piena di miele), ma purtroppo non è la prima volta che lancia maledizioni.
Qualche settimana fa, infatti, dopo la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (da lui considerata un'istituzione internazionale inutile. Te credo, l'uomo non deve avere diritti, solo il dovere di obbedire senza se e senza ma, mentre la donna invece nè i primi nè il secondo, tanto per sua natura vive in cucina) riguardo la presenza illegittima dei crocefissi cattolici nei luoghi pubblici italiani (anomalia italiana, anomalia confessionale, plagiatrice ed oscurantista, oltreche ovviamente antilaica), augurò la morte di questi giudici.

"Possono morire! Possono morire!"

A ciò si aggiungano le seguenti frasi:

"Ignorante...si vergogni!E' tipico del suo giornalaccio"
Alla direttrice de L'Unità Concita De Gregorio, durante un litigio in tv per via del fatto che durante la manifestazione del PD di 1 anno fa, non si fosse fatta menzione della morte di alcuni militari italiani durante un'esercitazione in Francia.

"Pedofilo!"
Ad un legittimo contestatore in quel di New York durante una sfilata allegorica, ah no, durante il Columbus day (anvedi quanto viaggia il nostro rappresentante).

"Lei fa schifo!"
Rivolto allo scienziato Odifreddi (ma non ti vergogni Piergiorgetto? Già stimoli troppo la mente dei giovini all'Università e tramite i tuoi libri, ed ora vuoi poter dire la tua pure in TV??)

A La Russa va il merito di cambiare sempre improperi, sia lodata la fantasia!

Link:
"Se La Russa mi augura il cancro" (La Repubblica)
"Possono morire" (YouTube)
"La Russa insulta direttrice Unità" (Il Messaggero)
"Pedofilo" (YouTube)
"Lei fa schifo" (YouTube)

25 novembre 2009

Non parlate di loro!

Se sei una escort o una semplice prostituta trans di periferia, la tua sorte è segnata nel caso ti capitasse di intrattenere un potente uomo politico.

Patriza D'Addario, dopo le scandalose foto degli allegri festini del vecchietto di HArDcore, ha sviscerato alcuni segreti relativi sia ad un imprenditore barese, tal Tarantini che offriva ragazze (a volte escort di professione, a volte no) a importanti politici (sia di cdx che di csx) per ottenere favori (si parla di truffe milionarie allo Stato nel campo della Sanità), sia del Presidente del Consiglio italiano, ovvero Silvio Berlusconi e la sua sfrenata libido di cui è schiavo e per la quale è ricattabile.

E, dopo queste confessioni, s'è vista minacciata, così come racconta nel suo libro "Gradisca Presidente".
Come scrivono i giornalisti de Il Fatto Quotidiano, non è interessante la parte relativa all'incontro sessuale, ma il dopo: "comincia ad essere minacciata. Prima con telefonate anonime d’insulti (tutte incise su nastro). Poi con vere e proprie aggressioni. Sua madre viene presa a pugni; un
Suv, sotto gli occhi di due testimoni, tenta di buttare l’auto della escort fuori strada; un cliente che si qualifica come ex carabiniere le mette a soqquadro la casa e tenta di violentarla" ... "Da quel giorno si moltiplicano le strane visite (tutte denunciate in tempo reale) di energumeni che tentano di farsi aprire la porta di casa qualificandosi come appartenenti alle forze dell’ordine o addirittura presentandosi in divisa. Infine l’ormai celebre furto, avvenuto durante la campagna elettorale in cui la escort era stata candidata al comune dal centrodestra, nella lista La Puglia prima di tutto del ministro Raffaele Fitto. Un colpo da professionisti. Spariscono computer, diari, vestiti (vengono rubati persino gli slip), ma viene lasciato un nuovo e costosissimo televisore al plasma. È a quel punto che la donna capisce di star rischiando la vita".


Brenda, invece, era una brasiliana amica dell'ex governatore del Lazio, Piero Marazzo.
Questo si è visto ricattare da uno spacciatore e da 4 (ora ex?) Carabinieri riguardo dei presunti video che avrebbero mostrato all'intero mondo i suoi rapporti sessuali, considerati spregievoli in questa società cattotalebana ed alquanto ipocritca (a dispetto di quanto avveniva nella Grecia classica, dove la prostituzione era legalizzata e le prostitute altamente considerate), compromettendone così la sua carriera politica. Non si capisce perchè ciò sarebbe dovuto accadere, se non per il fatto, appena menzionato, che la nostra è una società cattolica, incentrata sul ruolo dell'uomo e non sulle libertà delle donne e dei trans (ben nascosti o da mostrare in tv come clown).
Era, perchè è morta.
Si dice che fossero molti i suoi clienti importanti. La sua attuale popolarità e quindi le sue rivelazioni, avrebbero scatenato un putiferio, magari un rovesciamento di Governo o di varie Giunte.

Tutto è lecito se nascosto, quando viene a galla non si punisce il colpevole, ma "l'onesta" lavoratrice, cercando di riportarla nell'oscurità dalla quale proveniva.
Tra virgolette onesta perchè, pur essendo vittime (molte donne devono ricorrere a questo lavoro per poter vivere decentemente e, in questi mesi di crisi, anche molti giovani maschi non disdegnano di arrontondare in siffatta maniera) dei maniaci sessuali, non si è mai appurato se le prostitute pagano le tasse (pardon, imposte), ma rispetto a vite distrutte, ciò è di poco conto.

Sulle imposte ci sarebbe da fare un bel discorsetto, sulla legittimità di queste, dato l'uso sfrenato che si fa dei nostri soldi.

23 novembre 2009

Rispondo al popolo. No, al partito.

Berlusconi si sente intoccabile perchè scelto dal popolo.

I suoi fedeli colleghi di partito, invece, rispondono solo a Berlusconi ed al PDL.
Fra questi è possibile annoverare il presunto amico dei camorristi (che lo accusano di aver fatto carriera politica grazie al loro appoggio, in cambio di favori che solo un politico può fare) Cosentino, candidato come governatore della Campania il cui futuro, secondo lui, verrà deciso solo da Berlusconi e non dai giudici ("Berlusconi mi ha detto di restare"), e Lucio Stanca, il famoso ex ministro per l'innovazione tecnologica (l'ideatore del costosissimo sito pacco Italia.it, complimenti), attuale parlamentare PDL ed anche amministratore delegato dell'EXPO 2015 di Milano.

Quest'ultimo, interpellato da una giornalista della redazione milanese de La Repubblica sul suo attuale doppio incarico che non gli consente di essere sempre presente in Parlamento, dice che lui risponde solo al PDL.

Strano che questi rispondano solo al loro partito o al loro capo, siccome le loro laute retribuzioni sono elargite non dalla Fininvest, ma dallo Stato, cioè da tutti noi!
Ma cosa dovrebbe rispondere il PDL?
Certo, ultimamente, forse una presenza in più servirebbe in Parlamento quando si vota con la fiducia (quasi sempre), ma, per quanto riguarda i soldi, a loro che "je frega"?

Link:
Stanca risponde al PDL (La Repubblica)
Cosentino: Berlusconi mi ha detto di restare (TG3)
Berlusconi: Voglio rispetto, mi ha eletto il popolo (ADNKronos)

22 novembre 2009

Imprinting (del popolo, dalla culla)

Oggi, in Italia, migliaia di rumeni si recheranno a votare e, ascoltando la notizia tramite un telegiornale (purtroppo a tavola, a pranzo e a cena, c'è questa malsana abitudine, a me avversa), mi ha colpito la frase, banale, di una signora: "Le nostre case sono qua, ma le origini là".

Ovviamente questa frase vale per ogni migrante del presente e del passato, infatti valeva per i nostri che scappavano per l'Australia, il Nord e il Sud America, dal poverissimo Sud Italia fra '800 e '900 (il cui odor di quel motore che ci portava avanti quasi tutti quanti maschi, femmine e cantanti, non è assaporato da chi è sottovento che, in cuor suo, ha solo astio e malcontento. Piccola divagazione faberiana che ben si addice anche ai giorni nostri, dato il divario sempre più marcato fra ricchi e poveri) e per gli attuali giovani che cercano lavori onesti, gratificanti e ben remunerati nel resto d'Europa e a volte del mondo.

Cos'è la Patria? Cosa ci lega al suolo patrio? Perchè nutre in noi sentimenti nostalgici e di purezza?

La Patria è l'insieme di persone che condividono le stesse tradizioni e valori generali facilmente (non richiedono grossi sforzi) condivisibili da tutti. E' inoltre un territorio ben delimitato dove, sembra, solo lì si riescono a trovare dei propri simili. Però, può essere anche un fatto di arretratezza/limitatezza culturale, infatti, varcando i confini, stili di vita e paesaggi non mutano drasticamente ed anche in queste nazioni confinanti si trovano esseri umani degni di questo nome. Cambia solo la lingua!
La Patria è un concetto vecchio, utile per unire milioni di persone contro invasori nemici e per far sì che questi milioni si sentano uniti ogni giorno, anche se i loro valori sono uguali a quelli degli stranieri confinanti. Lo Stato che consideriamo nostro, è tale da un "pugnetto" di anni rispetto all'immensità del tempo infinito dello spazio, del mondo ed anche della storia umana.
Perchè siamo così legati a qualcosa di così recente?
Molti che emigrano, si dicono nostalgici del proprio Paese (non paese), ma più probabilmente lo sono del paesaggio circostante la loro casa d'origine e della presenza di tutti gli amici, parenti e conoscenti.
Uno di Lecce non sentirà la mancanza di Brescia, che magari non ha mai visto. Idem il contrario. Quindi non sentirà la mancanza dell'Italia, ma di Lecce (o Brescia, ecc.).

Ovviamente, in un mondo fatto di veloci viaggi intercontinentali, un mondo aperto a nuovi cittadini, parlare di Patria risulta alquanto anacronistico, eppure sembra che questa (o una limitata parte di questa) viva sempre nel cuore del migrante, anche nel caso sia dovuto fuggire per estrema povertà.
Forse è come la religione: la si repuata vera, unica, e impossibile la sua assenza/inesistenza, perchè si nasce lei attraverso simboli, colori, bandiere, inni, frasi fatte che ci entrano nella mente e ci fanno quasi compagnia, dando un senso alla nostra esistenza.
Ecco, c'è una simbiosi fra ogni nascita umana e la patria e la religione, che infatti ci accompagnano sempre. Se vengono tolte, molte persone si sentono vuote e quasi morte.
Si è come le anatre di Konrad Lorenz che vivono in base a ciò che han visto e che gli è stato insegnato dal momento della loro nascita.

Se nascessi in un luogo sperduto, in una famiglia "ribelle", dove trascorrere la mia infanzia, probabilmente (dico probabilmente perchè non l'ho mai sperimentato) non avrei alcuna concezione di Patria nè alcun desiderio di venerare il Dio venerato dal resto della popolazione del nostro Stato. Avrei solo il desiderio di un mondo senza confini...

Penso che semplicemente ci si adegua, ci si uniformizza e che quindi i valori e le tradizioni siano alla Patria utili e che sia l'omologazione a crearla.


Se, non trovandomi bene nella mia città d'origine, ne cerco un'altra dove poter avere migliori rapporti affettivi e di lavoro, non sentirò mai la mancanza della prima (specialmente se grande e globalizzata, quindi senza segni di riconoscimento diffusi e unici), forse solo rabbia per i momenti infelici che vi passai.
Allora perchè i migranti devono pensare con affetto smisurato al Paese che li ha visti nascere fra enormi sofferenze? Dovrebbero averne solo per le persone care, tralasciando i nomi delle loro (?) nazioni.

"Governare è far credere" (N. Machiavelli)

Non fate le anatre!

PS: articolo stimolato da un video dell'ex prof e scrittore Serafino Massoni