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30 settembre 2011

Domandina sul debito pubblico e crescita economica

Se il debito pubblico era enorme già tanti anni fa quando non si viveva in tempi di recessione economica, cosa si pensa di risolvere con le fantomatiche manovre per la crescita economica?

Tra l'altro fa sorridere come in tutti i giornali si scriva solamente "crescita" o "sviluppo", tralasciando "economica", come se esistesse solo questo tipo di evoluzione, come se si vivesse tutti quanti per produrre altrimenti si morirebbe (mi sa che invece si muore più si produce, vuoi per l'inquinamento, vuoi per le ferite mortali sui posti di lavoro!). I cosidetti "migliori", che hanno posti di prestigio, li ottengono perchè sono asserviti a questo modo di pensare, al finto valore della ricchezza, all'illusione della ricchezza che non cambia i bisogni naturali e il destino della vita.

Non ci sono soldi, però lo Stato vuole costruire cose come ad esempio l'inutile TAV Torino-Lione spendendo 20 se non 30 miliardi di Euro. Ma quei soldi finirebbero nelle tasche di poche megaditte, non nelle tasche dei milioni di italiani disoccupati o licenziati o cassaintegrati o con pensioni minime! Tutti questi milioni di poveracci continuerebbero a non avere una casa e neanche un pasto caldo!

I governi, gli Stati, i cervelloni degli enti e dei giornali da cui dipendiamo mentalmente, che ascoltiamo a bocca aperta, badano a leccare il culo e ad arricchire quelli del loro ambiente, a trovare trucchi per estendere il dominio economico e tecnologico delle megaditte facendoci credere che saremmo felici se entreremo in queste lavorando da dipendenti sfruttati che fanno lavori pericolosi come ad esempio nei cantieri, anche solo delle case per non dire dei tunnel, dove questi burotecnocratici, con nonchalances, calcolano dati secondo cui non si può fare a meno di avere almeno un morto sul lavoro (es: parte italiana del tunnel Tav Torino-Lione, dove è stato previsto, appunto, almeno un morto fra gli operai..), o semplicemente i morti sulle reti stradali conseguenza del traffico della massa lavoratrice obbligata a spostarsi di km e km ogni giorno. Nessuno però accuserà questo mondo del lavoro che spinge sempre più persone a fare sempre più km per recarsi a lavoro, nessuno studia rimedi per creare nuovo lavoro in ogni quartiere, no, si creano invece, ad esempio, zone asettiche, geometricamente nauseanti, chiamate "zone industriali", per raggiungere le quali si attraversano città, paesi, autostrade, statali, ecc.

Si muore sia durante le ore di lavoro, sia nel tragitto casa-lavoro e non per colpa del distratto o tamarro automobilista di turno, ma per colpa di questo sistema (che spreca un sacco di energia per il trasporto a motore su lunghe distanze) che non può che generare code chilometriche, in cui lo stress e il nervosismo la fanno da padroni, con un'altra diretta conseguenza che prende il nome di "sfogo": appena la coda termina, la gente schiaccerà violentemente il pedale dell'acceleratore per sgasare via veloce fregandosene del prossimo, trasformandosi in un missile micidiale!

Io nella crescita economica non credo, perchè è piena di pericoli legati anche all'inquinamento non solo atmosferico relativo ai motori, ma all'inquinamento dei terreni e delle falde per le sempre più grandi e numerose discariche sia legali che illegali che abbiamo esteso in tutto il mondo, compreso il cosidetto "Terzo". Beato questo quando davvero era il terzo, l'ultimo, il meno sviluppato economicamente, industrialmente parlando. Ora vive nella spazzatura tossica!

29 settembre 2011

I tecnocrati e gli aerei

Ogni nostra costruzione è foriera di immani tragedie, pensiamo agli incidenti automobilisti, ferroviari, aerei, navali.

Eppure ogni qual volta si inaugura una nuova cosa, una nuova macchina, una nuova linea, industriali e politici sono ben lieti di essere lì presenti a sorridere. Ma sorridono per quale motivo, per che cosa? Forse solo pensando ai profitti e al PIL, perchè il tempo, sempre più tempo, passato dentro le macchine non è mica un passatempo, non è mica un fatto piacevole (tranne per i tamarri drogati di motori puzzolenti) e ovviamente tutta questa gentaglia ricchissima e sfrontata che guida le nostre vite, che ci obbliga a comprare e usare tutte quelle cose e servizi, pena il nostro sentirci in colpa o peggio l'essere esclusi dalla società, non menzionerà mai i feriti e morti sul lavoro e feriti e morti sulle strade, nei cieli, ecc., perchè il progresso tecnico-scientifico foriero di grandi profitti per le megaditte, essendo chiamato appunto progresso, non dev'essere mai contraddetto.


Oggi è cascato un aereo.
Mi andava di mettere questa notizia qui, perchè sono veramente stufo dell'illusione del progresso tecnico-scientifico nel quale stiamo tutti affogando!

Ecco a cosa servono le automobili

"Autostrada in Bolivia distruggerà una zona protetta dell'Amazzonia"

Le auto servono ad aiutare l'estensione del dominio economico-industriale delle grandi potenze, private ma anche pubbliche, che con la produzione di ogni bene e schifezza d'ogni genere si arricchiscono sempre di più e, grazie a ciò, aumentano anche il loro potere, estendono appunto il loro dominio. Le automobili non servono a farci spostare dove vogliamo e in meno tempo, infatti molti spostamenti sono frutto di obblighi (come quello di andare a lavorare, mentre una volta si lavorava vicino a casa, nel campo o nella bottega e non si dovevano ricevere, ad esempio, oggetti tecnologici dall'Asia o se serviva qualcosa da lontano, lo si aspettava e basta senza pensare di morire se non fosse arrivato in fretta) il cui unico scopo non è quindi farci vedere nuovi posti, ma arricchire i produttori di auto, motori e petrolio/benzina, perchè così loro, distruggendo il mondo, potranno fare la bella vita in oasi private, mentre noi, abbagliati dall'illusione della proprietà privata che per noi non riserva nulla se non un loculo chiamato appartamentino in mezzo al nulla, siamo costretti a fare sempre più km per trovare pezzi di natura incontaminata.

Per fortuna sembra che il presidente della Bolivia, Evo Morales, abbia detto STOP a questa orrenda costruzione.

Da Avaaz.org:

"Cari amici,



Il governo della Bolivia è nel caos per la costruzione di una mega-autostrada che taglierebbe in due l’Amazzonia, distruggendo così la foresta. A seguito della repressione brutale contro i manifestanti indigeni, il Presidente è dovuto tornare sui suoi passi per riconsiderare la sua decisione. Mettiamoci dalla parte delle coraggiose comunità indigene per fermare la violenza e proteggere l’Amazzonia - firma ora e inoltra la petizione a tutti:
Domenica la polizia boliviana ha usato gas lacrimogeni e manganelli contro le popolazioni indigene, inclusi donne e bambini, che manifestavano contro la costruzione di una mega-autostrada illegale che taglierà in due la foresta amazzonica.

72 ore dopo il paese è caduto in crisi: il Ministro della difesa ha rassegnato le dimissioni per disgusto, i boliviani hanno occupato le strade del paese e il Presidente Evo Morales è stato costretto a sospendere momentaneamente la costruzione dell’autostrada. Alcune multinazionali molto potenti, però, hanno già cominciato a disboscare questa preziosa riserva naturale. Solo se il mondo si metterà dalla parte di questi coraggiosi leader indigeni potremo far sì che l’autostrada segua un altro percorso e garantire così la protezione della foresta.

Avaaz ha appena consegnato una petizione d’emergenza firmata da 115.000 membri della Bolivia e dell’America Latina a due ministri importanti: ora sono estremamente preoccupati e sotto pressione. Dopo questi episodi di brutale violenza dobbiamo agire con maggiore urgenza e lanciare un allarme per fermare la repressione e la costruzione dell’autostrada. Clicca per firmare la petizione - sarà consegnata in maniera spettacolare al Presidente Evo Morales non appena raggiungeremo le 500.000 firme:

http://www.avaaz.org/it/bolivia_stop_the_crackdown/?vl

Migliaia di indigeni hanno manifestato per sei settimane, dall’Amazzonia alla capitale. Alla fine, durante un incontro con Avaaz la settimana scorsa, il Ministro degli Affari esteri della Bolivia si è impegnato ad aprire un dialogo con i leader. Sabato è andato a parlare con i manifestanti, ma quando ha rifiutato di rispondere persino alle domande più basilari, lo hanno costretto a marciare con loro per un’ora per oltrepassare il blocco della polizia. Il giorno seguente gruppi di forze armate hanno fatto irruzione nell’area dove i manifestanti avevano messo su le tende, picchiando i presenti e chiudendo in galera centinaia di loro, dopo essere stati portati via a forza.

L’autostrada lunga 300 km taglierebbe in due il territorio TIPNIS (Territorio Indigeno e Parco Nazionale Isiboro Sécure), il gioiello della foresta amazzonica boliviana, famoso per i suoi enormi alberi, fauna selvatica e acqua purissima. La natura incontaminata e il significato culturale del TIPNIS gli hanno valso lo status di area doppiamente protetta, sia come parco nazionale che come riserva degli indigeni. L’autostrada è finanziata dal Brasile e collegherebbe il Brasile con i porti del Pacifico. Ma sarebbe un’arteria velenosa che distruggerebbe queste comunità e la foresta e aprirebbe questa terra incontaminata al disboscamento, alle esplorazioni di petrolio e di minerali, e alle attività industriali e agricole in larga scala. Uno studio recente dimostra che se l'autostrada fosse portata a compimento, il 64% del parco sarebbe disboscato entro il 2030.

La legge internazionale e quella boliviana dicono che i leader indigeni devono essere consultati se il governo vuole appropriarsi della loro terra, e le comunità indigene pretendono alternative sicure dove sviluppare la crescita economica e l’integrazione regionale. Ma il governo ha ignorato la loro opposizione e ha fallito nel prevedere una strada alternativa che non passasse per il TIPNIS. Morales ora invoca un referendum per la regione che ignora la legge e che è visto da molti come un tentativo di costruire illegittimamente il consenso.

Morales, primo Presidente indigeno della Bolivia, è conosciuto in tutto il mondo per le sue battaglie in difesa dell’ambiente e delle popolazioni indigene. Incoraggiamolo a rimanere saldo ai suoi principi, ora che questo conflitto latente ha raggiunto il suo picco violento, e mettiamoci dalla parte di quelli che sono in prima linea per difendere l’Amazzonia e per rispettare le comunità indigene. Firma questa petizione urgente per fermare la repressione e la costruzione dell’autostrada fuorilegge:

http://www.avaaz.org/it/bolivia_stop_the_crackdown/?vl

Ancora una volta la protezione della terra da cui tutti dipendiamo e i diritti delle popolazioni indigene sono sacrificati dai nostri governi sull’altare dello sviluppo e della crescita economica. I nostri leader scelgono le attività minerarie e la deforestazione anziché la nostra sopravvivenza, favorendo i profitti delle multinazionali. Nel futuro che tutti noi vogliamo l’ambiente e le vite di persone innocenti vengono prima del profitto. Il Presidente Evo Morales ora ha l’opportunità di mettersi dalla parte della sua gente, salvare l’Amazzonia e ripensare a cosa lo sviluppo significhi per l’America Latina in termini concreti.

Con speranza,

Luis, Laura, Alice, Ricken, David, Diego, Shibayan, Alex e il resto del team di Avaaz

Fonti

Morales sospende l’autostrada amazzonica (Terra):
http://www.terranews.it/news/2011/09/la-marcia-indietro-di-morales-pachamama-non-si-tocca

Bolivia, proteste contro l’autostrada, un morto (Repubblica tv):
http://tv.repubblica.it/mondo/bolivia-proteste-contro-l-autostrada-un-morto/76773/75138?video&ref=search

Bolivia, si dimettono due ministri. Morales è sempre più isolato (Il Fatto quotidiano):
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/28/bolivia-si-dimettono-due-ministrimorales-e-sempre-piu-isolato/160558/

Articolo che cita lo studio sulle proiezioni delle conseguenze della deforestazione (in spagnolo):
http://www.lostiempos.com/diario/actualidad/vida-y-futuro/20110703/analisis-historico-y-proyeccion_132222_268061.html

Protesta degli indios in Bolivia: polizia interviene con la forza (Euronews):
http://it.euronews.net/2011/09/26/protesta-degli-indios-in-bolivia-polizia-interviene-con-la-forza/ "

28 settembre 2011

Romano e i mafiosi

Certo che se queste cose, i Tg le dicessero non sarebbe male:

"..nella richiesta, il pm Di Matteo, fa cenno all’interessamento di Romano a candidare, su input del boss Guttadauro, Mimmo Miceli, poi condannato per mafia, alle regionali del 2001. E ancora, insieme all’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, in carcere per favoreggiamento aggravato, avrebbe assecondato le richieste del capomafia Nino Mandala’ (ieri condannato a 8 anni in appello) inserendo Giuseppe Acanto nelle liste dei candidati del Biancofiore per le regionali del 2001, «nella consapevolezza di esaudire desideri di Mandala’ e, più in generale, della famiglia mafiosa di Villabate». Accuse ribadite da diversi pentiti come l’ex presidente del consiglio comunale di Villabate Francesco Campanella e recentemente da Stefano Lo Verso, che racconta di aver saputo proprio da Mandala’ dei legami tra la cosca e Romano."

"..il 3 ottobre un altro giudice, Piergiorgio Morosini, deciderà se trasmettere alla Camera la richiesta di autorizzazione all’uso delle intercettazioni disposte nelll’ambito di un’altra indagine a carico del ministro: quella che lo vede accusato di corruzione aggravata dall’avere favorito la mafia. L’inchiesta riguarda il cosiddetto tesoro dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Il ministro, indagato insieme al senatore del Pdl Carlo Vizzini e a Cuffaro, avrebbe intascato una tangente di 50 mila euro legata agli appalti vinti dalla società Gas, «gioiello» della famiglia Ciancimino."

Fonte: City Corriere

Radicali: Lo Stato è delinquente professionale, serve subito l’amnistia


Finalmente parole forti contro lo Stato, per me acqua fresca!


Copio e incollo parte della notizia appena trovata sul sito Ristretti.org:

"Continua lo sciopero della fame di Marco Pannella e Rita Bernardini dei Radicali contro il sovraffollamento delle carceri. E proprio quando il ministro della Giustizia Nitto Francesco Palma annuncia l’apertura di un nuovo penitenziario a Reggio Calabria, Rita Bernardini sceglie Affaritaliani.it per ribadire che “la risposta al Guardasigilli è la protesta non violenta che stiamo portando avanti da 11 giorni affinché nel nostro paese sia sancito il diritto all’amnistia, un diritto non negoziabile.
...
I detenuti in Italia sono 67mila, di cui oltre 24mila stranieri, mentre i posti nelle nostre carceri sono 45mila - continua Bernardini - . Il 30% sono tossicodipendenti e il 20% malati psichiatrici e c’è carenza di psicologi, oltre che di agenti di polizia penitenziaria. Ma il problema non è solo quello del sovraffollamento. Lo Stato viola le leggi ed è divenuto delinquente professionale perché è stato punito in Europa, per l’irragionevole durata dei processi (a cui bisogna aggiugnere le sempre più lunghe pratiche burocratiche dei CIE, ndb), oltre 1000 volte mentre la Francia è stata punita solo 200 volte. Per non parlare della custodia cautelare in carcere, cioè la carcerazione preventiva: nel nostro paese siamo al 42% mentre la media europea è della metà."

Ciò che mi duole è proprio la carcerazione preventiva. Non solo in carcere ci finiscono 9 volte su 10 dei poveracci per motivi di droga e furto (ci finì anche un anziano signore astigiano con problemi mentali per non avere rispettato gli arresti domiciliari, dopo essere stato condannato per..pensate un po, avere rubato una mela; ne parlò Massimo Donadi dell'IDV), non solo le carceri sono sovraffollate, ma sono anche piene di gente che non è ancora stata condannata, ed ecco perchè sono sovraffollate.
E poi il problema sarebbero le intercettazioni?

Potrei, e lo faccio volentieri, menzionare il caso di Nabruka Mimuni che dopo aver lavorato e vissuto 20 anni in Italia, dove s'era pure fatta una famiglia, venne arrestata e portata in un CIE perchè priva di permesso di soggiorno (che stava andando a rinnovare!). Appena saputo che sarebbe stata espatriata nel suo Paese d'origine, s'è impiccata, perchè lei ERA ITALIANA! E noi sventoliamo le bandierine come dei bambini ignoranti! L'Italia è FASCISTA, punto e basta!

27 settembre 2011

Risultati primo sondaggio


Il risultato del primo sondaggio che ho qui proposto, ha visto la vittoria del parrucchino di Pippo Baudo!


La domanda era:
"Chi preferite vedere in Tv?"
Il parrucchino di Silvio;
di Pippo;
di Mike;
Rosy Bindi (intera)

E' ricomparsa la Madonna

La candida Federica Panicucci, da qualche anno trasformatasi nel clone di Barbara D'urso, ha ereditato da questa anche i temi strappalacrime (mentre una volta ci faceva venire voglia di strapparle le mutandine, eheh).

Nella prossima imperdibile puntata, infatti, ci parlerà di un caso che terrà attaccati allo schermo milioni di persone, perchè dei fortunati ci parleranno di una apparizione della Madonna (ovviamente verginissima, lei è la portatrice dei "bellissimi" valori patriarcali che suggellano l'unione almeno morale dell'Occidente cristiano col Medio-Oriente islamico, il tutto partendo dai capostipiti ebrei).

Vorrei telefonare in studio, durante la sua trasmissione, per porre a tutti quanti questa asemplice domanda:

"Come mai la Madonna e tutti gli altri vari santi cristiani, compaiono solo là dove si crede in loro e non ad esempio in Bhutan?"

205 milioni di disoccupati

Ho letto che un grande uomo che "rules the world", una sorta di banchiere alla Draghi (forse era proprio lui) avrebbe detto con tono preoccupante che nel mondo ci sarebbero 205 (0 250) milioni di disoccupati.

Grande problema, infatti non possono incorrere da veri schiavi all'incremento dei PIL dei vari Stati del mondo.
Dobbiamo vivere tutti quanti da schiavi dell'economia, ennesima dimostrazione che le nostre invenzioni, anzichè servirci, ci comandano!


Ma è un problema la disoccupazione?
Lo è molto di più il pericolo di ferirsi e di morire durante lo svolgimento di un lavoro.
Perchè mai una persona, in una società che si dichiara dalla parte dei più deboli, che si eccita nel difendere la vita, non bada a ciò? Forse perchè chi si fa promotore di queste varie iniziative, vive grazie al lavoro altrui e vorrebbe che sempre più persone lavorassero nel modo e nel mondo occidentale per incrementare le sue possibilità di guadagno e fama.


Lavorare non significa liberarsi dalle oppressioni, infatti tante persone che lavorano e che quindi secondo questi geni di buro/tecnocrati dovrebbero essere felici, sono tristi, stressate, con lo sguardo e la mente vuota, subiscono la monotonia, il sentirsi delle semplici rotelline di un meccanismo gigantesco da cui è impossibile uscire e vittime del cosidetto mobbing (violenza psicologica o anche fisica e sessuale).

Gli Stati sono ricchissimi, alla faccia della crisi hanno sempre miliardi e miliardi di Dollari o di Euro da spendere per mandare avanti la loro "macchina" burocratica e da guerra. Con una minima parte di questa cifra mostruosa, i disoccupati potrebbero venire foraggiati con lo stipendio minimo garantito, così non si vedrebbero più le famose "sacche di povertà", non ci sarebbero morti di fame, drogati disperati, rapinatori, ecc. (forse).

Se nasco contro la mia volontà in uno Stato, in una società che mi riempie di obblighi o anche semplici convenzioni impossibili però da scardinare, sarebbe anche giusto che la mia esistenza sia libera dall'affanno del lavoro se sono impossibilitato nel trovarne uno che mi aggrada.