Questo blog utilizza solo strumenti forniti da Google per i blog, come ad esempio il numero dei visitatori e la possibilità di seguire le novità del blog. Nessun vostro dato (nome, email, sesso, ecc.) verrà da me visto e/o memorizzato e/o diffuso, venduto, ecc.
Non vengono utilizzati software di altre terze parti.

6 dicembre 2014

NO AL PRESEPE, VIVA IL PRESIDE DI BERGAMO!

Veramente stantìe queste polemiche banali e stupide sul divieto imposto da un preside di una scuola della provincia di Bergamo nel fare il classico presepe.

Il perché è presto detto: 
nei luoghi pubblici, quindi anche nelle scuole pubbliche, non ci devono essere simboli religiosi perché lo Stato è, per fortuna (ma purtroppo solo in teoria) separato dalla Chiesa e da ogni organizzazione religiosa e religione, è quindi areligioso, prescinde dalla religione, e propone la libertà religiosa (io posso credere in "XYZ" senza per questo dover subire discriminazioni), per cui non può imporre un credo e i simboli di questo dato credo, anche se, come sappiamo, in ospedali, caserme, scuole e altri posti simili compare la croce, per via degli accorsi degli anni 20 fatti tra il pelato e qualche uomo in gonnella.

Molti si lamentano del fatto che stiamo abbandonando le nostre tradizioni per farci colonizzare.
In realtà il presepe io non l'ho mai visto nelle scuole pubbliche da me frequentate. Al massimo un alberello che, con le luci, rappresenta la rinascita del sole (tra il 21 e il 25 dicembre una volta si festeggiava il "Sole Invincibile"). Il presepe è religioso, l'albero, dal mio punto di vista, no. Per cui in un luogo pubblico e statale non ci dev'essere il primo, mentre il secondo sì, anche se anche questo rappresenta secondo la gente comune il Natale (che è l'evento principale dei cristiani, mica dei musulmani, degli atei e dei pagani, ecc.), ma come spiegato prima l'albero ci può stare perché ricorda il sole e la natura.

Certo, però, che se il motivo del divieto è la presenza di studenti stranieri o comunque di origine straniera, a me non sta bene, non perché gli stranieri debbano adeguarsi e bla bla bla (questo è ovvio, ma si devono adeguare da un punto di vista legale, mica da quello degli usi e costumi.. cioè, in parte dovrebbero, ma perché dovrebbero addirittura accettare usanze religiose se credono in altro? Vero che se un italiano cristiano va in Arabia deve accettare leggi e tradizioni religiose, ma se noi ci sentiamo superiori, perché dobbiamo paragonarci a loro, a quei Paesi, a quelle leggi?), ma perché ci sono ANCHE ITALIANI AGNOSTICI, ATEI e DIVERSAMENTE CREDENTI.
Invece qua sembra che gli italiani siano tutti cattolici (prima ancora che cristiani, tra l'altro, LOL), e gli stranieri tutti, meglio se musulmani, quindi ecco il facile scontro di religioni tanto per fare notizia al tiggì..
Balle, sia fra gli italiani che fra gli stranieri ci sono atei, ecc.! E mettere un divieto per salvaguardare solo il credo altrui anziché il non credo dei propri cittadini storici, mi pare una cagata pazzesca! 

Insomma, noi ATEI siamo sempre messi in secondo piano.

Nessun commento: