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2 maggio 2015

L'ITALIA DEI POSTEGGI

Sotto casa mia sono passate non due svedesoni, ma due gruppi di auto clacsonanti per festeggiare un matrimonio.

Quando anno dopo anno vedo compiere le stesse cose sto davvero male, perché non vedo nessuna evoluzione, e d'altronde la città è l'antitesi di questa teoria, infatti è sempre tutto uguale, piatto, tutto volto alla distruzione della personalità individuale e della natura, a favore del traffico, traffico di mezzi a motori, merci, denaro e di persone che nella città diventano degli strumenti per mandare avanti la società della produzione e del consumo, oltreché a favore di palazzi, palazzoni, palazzacci, fabbriche, fabbrichette, capannoni, muri, recinzioni, porte, cancelli.. tutto squadrato, grigio, privato, privo di vita.

L'Italia è bella, dicono i fessi che vanno all'EXPO.

No, l'Italia è un posteggio continuo, fateci caso. Quando noterete questo abominio vomiterete e vorreste uccidervi all'istante perché non c'è pace, non c'è tregua, non c'è fine. Sempre e soli posteggi vediamo.

Ma poi cosa c'è da esultare per due persone che già stavano assieme e che sanciscono dal punto di vista legale e religioso la loro unione? Cavolacci loro! Basta esultare per l'orrenda monogamia portatrice di noia, gelosia, odio, possessività, aggressività, chiusura, solitudine, ecc.
Ed esultare utilizzando il clacson è la maniera più orrenda di farlo, ma sintomatica del fatto che appunto siamo dei meri strumenti.

Non so che senso abbia questo mio scritto, ma sto male quando penso alle lunghissime lingue d'asfalto dove non c'è nulla che non l'egoismo e la stupidità dell'uomo sotto il sole cocente.. l'uomo che sgomma, che sgasa, che sfreccia, che strombazza, fregandosene del casino e dell'inquinamento che produce, fregandosene di trovare qualcosa di bello intorno a sé.

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