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1 gennaio 2016

NON RISPETTANO LA NOSTRA CULTURA. NOSTRA?

Quando la gente dice "gli stranieri devono rispettare le nostre leggi e la nostra cultura e la nostra tradizione" commette un grave errore.

L'errore principale è quello di essere schiavi di una visione che ci propina il mondo pieno di barriere, confini, nazioni, ecc. La razza umana è una e un individuo quando gli pare e piace deve poter prendere e andarsene e porta con sé ciò che gli hanno insegnato e ciò che gli piace di pensare, dire e fare.

Sotto questo errore ne troviamo un altro:
l'uso dell'aggettivo possesso "nostr-o/a".
Ma quali nostre leggi, ma quale nostra cultura, ecc.?
Tutto ciò in cui credono le persone e tutte le maniere nelle quali si comporta la gente non è altro che frutto di decisioni prese dall'alto: industria, Stato, religione!

Pensate agli animali: la gente mangia la carne di tantissimi animali, anche di animali intelligenti o di animali bellissimi, tutti tranne il cane e il gatto. Ma se io volessi mangiare questi altri due animali verrei visto come un criminale. Eppure tutti quanti ammazzano o fanno ammazzare maiali, conigli, agnelli. Perché io devo rispettare chi uccide questi animali, perché devo accettare che non vengano puniti, quando questi assassini mi punirebbero nel caso ammazzassi un cane o un gatto? E perché se uccido un capriolo nella stagione di caccia va bene, mentre fuori stagione no? Alla fine il risultato non è sempre quello (morte)?

Pensiamo ai vestiti: la gente dice che ognuno deve vestirsi come gli pare, ma guai se un maschio indossa una gonna, o anche soltanto guai se un uomo indossa una maglietta di una squadra di calcio o comunque troppo colorata. Alla faccia della libertà. La moda, le novità, alla fine vanno bene solo per i ricchi che sfoggiano vestiti stravaganti solo in certe occasioni dove si ritrovano tra di loro. Guai se entro a scuola vestito "bene", guai se entro in ufficio vestito "male". La gente vuole l'omologazione a partire dalla superficie, non importa il tuo comportamento e la tua competenza. Prima di tutto devi rispettare il cosidetto "dress-code", perché se lo fai è sinonimo di rispetto di usi e costumi e tradizioni e leggi.. altrui. Mica tuoi! Altrui!! Ogni giorno devi vestiri come vuole la mamma, la moglie, il datore di lavoro/azienda, pubblicità/stilisti, gruppo di amici, ecc. Tu ti adegui, basta, stop. Proprio come vorresti che gli stranieri col burqa facessero qua. 
Siete uguali. Tu ti metti la cravatta perché ti hanno insegnato/obbligato ad usarla, quella donna usa il burqa per lo stesso motivo. Nessuno di voi due è migliore!

Pensiamo alla religione: la gente dice che in Italia o comunque in Europa e in Occidente c'è la libertà di culto. Però se dici che sei musulmano ti guardano male, se dici che sei buddista fanno un sorrisetto. E la croce deve campeggiare per bene e per sempre negli uffici pubblici, comprese le scuole dentro cui si formano i bambini e i gli adolescenti.

Secondo voi queste e altre convenzioni e imposizioni, daranno come frutto una grande libertà o invece, come io credo, un esercito di gente che difende certe cose solo perché "così fan tutti", solo perché "è normale che sia così", solo perché "lo dice la legge", solo perché "qua siam tutti così, chi è diverso si deve adeguare"? Perché se uno è diverso si deve adeguare, modificando se non cancellando sé stesso? Perché non può avvenire il contrario? E chi vuole fare rispettare la legge, lo sa che quella legge non è sua ma la sta subendo?
La gente media che accetta di accettare le condizioni e convenzioni e regole di una certa società, non decide niente, si adegua e si trova ad essere un'altra persona rispetto a quella che in natura sarebbe stata. Ciò è positivo per la società, ma non lo è per questa gente (media).
Perché devo credere che il 25 dicembre sia nato Gesù Cristo? Perché devo credere che esistano i mesi?
In natura i mesi NON esistono!

Cosa voglio dire con questo?

Quello che ho scritto sopra: ciò in cui crediamo, ciò che rispettiamo (usi, costumi, tradizioni, leggi, ecc.), non sono frutto della nostra sensibilità, del nostro pensiero, ma son frutto di scelte prese dall'alto (viviamo in una società piramidale, gerarchica, da millenni) per avere una società omologata, ordinata, all'interno della quale sia possibile trovare solo pochissimi individui ribelli. Ribelli nel pensiero, non nel senso che imbracciano armi. Il pensiero è pericoloso e va controllato, altrimenti tutti questi ribelli, se dovessero mai nascere e formarsi, minerebbero tutte le varie regole anche riguardanti il lavoro. Io ad esempio trovo assurdo che ogni giorno si debba fare sempre lo stesso lavoro, per il quale ci si debba alzare sempre alla stessa ora, fare sempre la stessa strada, timbrare il cartellino sempre alla stessa ora, frequentare sempre gli stessi colleghi, ottenere lo stesso stipendio, fare le ferie sempre ad agosto, ecc. Ditemi dove sta la libertà o anche solo un minimo di fantasia, cosa vitale per il nostro cervello e quindi per la vita umana!

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